L’anfiteatro romano di Suasa, situato ai margini del pendio collinare orientale della città, è uno dei maggiori delle Marche, con dimensioni notevoli: l’asse maggiore misura 98,7 metri e l’asse minore 77,2 metri. La sua imponenza lo rende uno dei monumenti più riconoscibili di Suasa, visibile anche durante il periodo in cui la città era sepolta.
Costruito principalmente sfruttando il pendio collinare naturale come supporto per le gradinate, l’anfiteatro disponeva di otto accessi, coperti da volte, che consentivano l’accesso all’arena e ai vari ordini di gradinate. Particolarmente interessanti sono i due ingressi principali, posti all’estremità dell’asse lungo, formati da una galleria principale affiancata da due laterali più strette.
L’arena ellittica era circondata da un alto podio, realizzato con una cortina di filari di laterizi e blocchetti di calcare bianco e rosa. Sopra di esso si ergevano le gradinate, divise in tre ordini: l’ima cavea, la media cavea e la summa cavea. Mentre le gradinate dell’ima cavea erano rivestite di calcare, quelle della media cavea mancavano di tracce murarie, indicando probabilmente una costruzione in legno.
Il muro perimetrale dell’anfiteatro romano di Suasa, realizzato con blocchetti di calcare locale alternati a laterizi, presenta un nucleo interno in conglomerato cementizio molto solido. Le indagini archeologiche hanno datato l’impianto del monumento al I secolo d.C., con le prime fasi di abbandono risalenti al III secolo d.C. Si stima che l’anfiteatro potesse ospitare tra i settemila e i diecimila spettatori.
Gli interventi di scavo e restauro condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche negli ultimi anni hanno migliorato la comprensione di questo importante monumento regionale, consentendo anche la sua utilizzazione per eventi culturali e spettacolari.