L’Abbazia di Sant’Elena, fondata nel 1005 da San Romualdo, rappresenta un’importante testimonianza storica e architettonica nel cuore delle Marche. Situata nella Vallesina, questa abbazia benedettina divenne, nel corso dei secoli, un centro di potere politico, civile e sociale, assumendo un ruolo cruciale nella regione. Nel XII secolo, l’abbazia vantava un vasto possesso territoriale, includendo circa 50 chiese e 10 edifici tra castelli e ville, oltre al controllo di un vasto territorio che si estendeva dalla Gola della Rossa fino a Moie, includendo il Castello del Massaccio (l’attuale Cupramontana) e quello di Antico presso San Marcello.
L’importanza dell’abbazia era accresciuta dal fatto che l’abate esercitava anche la giurisdizione civile e penale, incluso il diritto di vita e di morte. Questo potere conferiva all’abbazia una posizione di rilievo nella regione.
San Romualdo, nel suo viaggio attraverso le Marche, trovò i resti di un antico Castrum Romano, caratterizzato dalla presenza di una fonte d’acqua potabile, elemento cruciale per la vita monastica e per la sopravvivenza della comunità. Decise così di fondare un primo edificio con una struttura semplice ma funzionale, utilizzando la pietra arenaria della zona. Questo edificio iniziale era costituito da un piano terra, dove venivano tenuti gli animali, e un piano superiore, riscaldato dal calore animale, dove vivevano e riposavano i monaci.
La Chiesa abbaziale fu costruita nella valle, vicino alla Gola della Rossa, in una posizione strategica lungo la direttrice Fabriano-Ancona. La chiesa, progettata come una fortezza, ha un aspetto esterno austero e imponente, riflettendo la necessità di protezione in un’epoca di continue minacce.
Nel XV secolo, l’abbazia iniziò a decadere quando Papa Innocenzo VIII tolse l’abbazia all’ordine Camaldolese, affidandola a un abate commendatario, il cardinale Giovanni Colonna. Questo segnò l’inizio di una lunga fase di declino, culminata all’inizio del XIX secolo con l’asta pubblica, che vide la famiglia Pianesi aggiudicarsi l’abbazia e i terreni circostanti. Dopo l’acquisizione, la famiglia Pianesi iniziò un’opera di recupero conservativo, culminata nel 1974 con la ristrutturazione della chiesa e degli altri edifici.
L’architettura di Sant’Elena riflette la sua lunga storia, combinando elementi romanici e gotici. La chiesa, a pianta basilicale con tre navate, presenta un’abside semicircolare con due finestre a doppio strombo. L’esterno è dominato da un alto campanile e da una facciata imponente, arricchita da un portale con motivi ornamentali che spaziano dal romanico al gotico e al bizantino. L’interno, ampio e maestoso, è diviso da pilastri compositi che sostengono le tre navate, con capitelli di stile romanico, conferendo all’abbazia la maestosità di una cattedrale.
L’Abbazia di Sant’Elena non solo rappresenta un importante sito storico e religioso, ma anche un esempio di come la devozione e l’impegno possano riportare in vita un monumento di inestimabile valore, preservandone la memoria e l’eredità per le generazioni future.