Il Santuario del Macereto, situato su un altopiano a circa 1.000 metri di altitudine nei Monti Sibillini, è un complesso religioso di grande importanza storica e architettonica. La sua origine risale al 12 agosto 1359, quando, secondo la tradizione, un mulo che trasportava un simulacro della Madonna da Ancona al Regno di Napoli si inginocchiò improvvisamente sul luogo dove ora sorge il santuario e si rifiutò di proseguire il viaggio. Interpretato come un segno divino, questo evento portò alla costruzione di una piccola cappella per custodire l’immagine della Madonna.
Situato su un antico percorso lauretano, la cappella originaria divenne presto un luogo di pellegrinaggio. Nel 1529, la comunità di Visso incaricò dei mastri lombardi di costruire una chiesa più grande per inglobare la vecchia cappella. Il progetto iniziale, attribuito all’architetto Giovan Battista da Lugano e ispirato a un disegno del Bramante, venne interrotto dopo la morte dell’architetto, ma fu ripreso e completato nel 1556 sotto la guida di Filippo Salvi da Bissone.
Il Santuario del Macereto è un notevole esempio di architettura rinascimentale, con una pianta ottagonale rivestita in travertino. Tre avancorpi con portali riccamente scolpiti danno accesso all’interno della chiesa, la cui facciata principale è adornata con una finestra rotonda e un portale a strombo decorato con bassorilievi. All’interno, la chiesa è a croce greca con absidi ai quattro bracci, sostenuta da pilastri dorici e corinzi che sorreggono la cupola.
Al centro della chiesa si trova la primitiva cappella, rivestita in pietra locale tra il 1585 e il 1590 da Pietro Casella di Corona. La cappella conserva un altare ligneo dorato del Cinquecento e una copia della statua della Madonna del 1400, il cui originale è oggi custodito nel Museo Pinacoteca di Visso.
Tra le opere più pregevoli all’interno del santuario vi sono quelle di Simone de Magistris, realizzate tra il 1580 e il 1582, tra cui spiccano “Il Natale di Gesù”, “L’Adorazione dei Magi”, e “La Fuga in Egitto”. Sull’altare maggiore, un’opera del 1598 raffigura la Resurrezione, realizzata dal pittore Angelo Righi.
Il santuario venne elevato a Basilica nel 1534 da Paolo III durante una visita, e subì restauri significativi nel 1741 grazie a un’elargizione di Clemente XII, commemorati da due lapidi poste all’uscita della chiesa.
Nel 1997, il santuario fu gravemente danneggiato da uno sciame sismico, ma grazie a un progetto di restauro approvato nel 1999, il complesso è stato riportato al suo antico splendore.
Oltre alla chiesa, il complesso comprende anche la Casa dei Pellegrini, la Casa del Corpo di Guardia e il Palazzo delle Guaite, costruito tra il 1571 e il 1583. Il tutto è racchiuso in un recinto di mura con portico interno che serviva da centro di attività economiche e commerciali per l’area montana circostante.
Il Santuario del Macereto, inserito in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza, continua a rappresentare un luogo di pace e spiritualità, un esempio perfetto dell’architettura rinascimentale del 1500.