L’Abbazia dei Santi Vitale e Ruffino, situata nel comune di Amandola, è un gioiello storico che risale alla metà dell’XI secolo. Costruita sulle rovine di una cripta del VI secolo, questa abbazia rappresenta un importante esempio di architettura e spiritualità medievale.
Le Origini e la Costruzione
Voluta dal Vescovo di Fermo e dai nobili di Smerillo e Monte Passillo, l’abbazia fu edificata con l’intento di promuovere le riforme monastiche sostenute da San Romualdo, fondatore della Congregazione Camaldolese, e da San Pier Damiani, noto teologo e vescovo italiano. La struttura comprende un convento a due piani con un cortile centrale e un grande campanile quadrangolare, costruito nel XIII secolo, che collega il convento con l’edificio religioso.
Documenti Storici e Importanza Medievale
I documenti trascritti dall’Abate Fatteschi e conservati negli archivi dell’Abbazia di Farfa rivelano che l’Abbazia dei Santi Vitale e Ruffino non faceva parte dei possedimenti di Farfa fino alla fine del XII secolo. Il primo documento storico che menziona l’abbazia è una Chartula Concanbiationis del luglio 1023.
Nel XV secolo, l’abbazia godeva di grande prestigio, tanto che nel 1423 i figli e il fratello del Duca di Varano vi soggiornavano spesso. L’abbazia amministrò il vasto territorio circostante fino alla fine del XV secolo, quando venne affidata a un abate esterno all’Ordine Benedettino.
Architettura e Restauri
La chiesa, costruita in stile romanico, ha subito numerosi restauri nel corso dei secoli, che ne hanno parzialmente modificato l’aspetto originale. La facciata semplice e lineare presenta un portale con una doppia archivolta e tre finestre, di cui una aggiunta nel XVIII secolo. L’interno è suddiviso in tre navate, con quella centrale dotata di un tetto a capriate e le laterali a croce. Le pareti sono decorate con affreschi del XV secolo, che aggiungono un enorme valore artistico e visivo.
Il presbiterio, leggermente rialzato, sovrasta una cripta romanica accessibile tramite due scalinate. La cripta, scavata nella arenaria e dotata di volte a crociera, è suddivisa in cinque navate e presenta pitture murali e un ciclo pittorico del tardo periodo imperiale.
Misteri e Tradizioni
La cripta, di cui non si conosce l’uso originario, potrebbe essere stata un luogo di culto pagano, una grotta eremitica, un’area di sepoltura cristiana o una stanza termale romana per la cura delle malattie della pelle, dato che nella zona sono presenti acque sulfuree.
Sotto l’altare principale si trovano le reliquie di San Ruffino. Secondo la tradizione popolare, chi soffre di ernia deve attraversare tre volte a carponi un foro situato sotto l’altare, invocando la guarigione. Una leggenda narra che San Ruffino fosse un giovane contadino che, con grande sforzo, arò oltre 100 staia di terra in una sola notte, portando sollievo agli agricoltori locali.
Il Terremoto del 1997 e il Restauro
Il 26 settembre 1997, l’abbazia subì gravi danni a causa di un forte terremoto. Nel 2002 fu approvato un progetto di restauro che includeva la ricostruzione del tetto, il consolidamento delle volte, l’inserimento di tiranti metallici, la ricostruzione dei pavimenti e il restauro delle giunture e delle lesioni con la tecnica del “cuci e scuci”.
La Fiera dei Santi Vitale e Ruffino
Ogni anno, il 19 agosto, si tiene la tradizionale Fiera dei Santi Vitale e Ruffino, la più antica festa religiosa dei Monti Sibillini, che attira migliaia di visitatori. Durante la fiera, è possibile degustare e acquistare specialità locali, assistere a spettacoli di musica tradizionale e cimentarsi nel “saltarello”, una danza tipica dell’Italia centrale. La prima testimonianza scritta di questa festa è riportata nel volume Antichità Picene di Giuseppe Colucci, storico religioso morto nel 1809.
L’Abbazia dei Santi Vitale e Ruffino non è solo un luogo di culto, ma un pezzo di storia che riflette la ricchezza culturale e spirituale delle Marche. Le sue vicissitudini, i misteri della cripta e le tradizioni popolari che la circondano la rendono una meta imperdibile per chiunque voglia immergersi nel passato e scoprire le meraviglie nascoste di questa regione.