Apiro: un viaggio nel Cuore delle Marche
Apiro è una gemma nascosta nelle Marche, con una storia che risale ai tempi dei piceni e dei romani. Durante il Medioevo, fu devastata da Goti e Longobardi prima di essere inglobata nel ducato di Spoleto. Il suo toponimo, derivato dal latino “ad pirum” (presso il pero), suggerisce la presenza di un albero di pero come punto di riferimento geografico.
Nel 1227, Apiro divenne un libero comune, ma presto cadde sotto il dominio della città di Jesi. Nel corso dei secoli, passò sotto il controllo di Francesco Sforza e successivamente sotto il dominio pontificio fino all’Unità d’Italia.
Lo stemma comunale di Apiro rappresenta un albero di pero su uno sfondo azzurro, simbolo della ricca natura e del patrimonio agricolo della regione, ricca di tesori storici e architettonici. La Collegiata di Sant’Urbano, costruita nel 1632, è una delle attrazioni principali, con un organo del 1771 di Gaetano Callido e opere d’arte di artisti rinomati come Valentin de Boulogne e Andrea Lilli.
A pochi chilometri dal centro si trova l’antica Abbazia di Sant’Urbano, consacrata nel 1086 e rifatta dopo un incendio nel XIII secolo. Di stile romanico-gotico, l’abbazia conserva affreschi dell’epoca e offre un’atmosfera suggestiva che riporta indietro nel tempo.