Il Palazzo Pallotta, situato a Caldarola, domina la piazza principale del paese e funge da sede del municipio. Questa imponente costruzione rinascimentale, che sorge su un colle, offre un panorama suggestivo e fiabesco. Le origini del castello risalgono alla seconda metà del IX secolo. Nel corso della storia, il castello è passato attraverso diverse famiglie nobili, tra cui i Varano di Camerino, i Maurizi di Tolentino e, infine, i Pallotta, che ne sono tuttora i proprietari.
La trasformazione più significativa del castello avvenne verso la fine del Cinquecento, quando il Cardinale Evangelista Pallotta lo ristrutturò, trasformandolo in una residenza estiva in stile rinascimentale. Successivamente, nel XIX secolo, il conte Giuseppe Pallotta abbellì ulteriormente la struttura, in particolare il giardino, seguendo il gusto rinascimentale. Nel 1885, il conte Desiderio Pallotta intraprese ulteriori restauri, concentrandosi su varie parti del castello, tra cui il cassero, la torre nord, il ponte levatoio e le merlature guelfe.
All’interno del castello si trovano numerose stanze riccamente decorate e arredate con mobili e opere d’arte dell’epoca. Di particolare interesse sono la sala delle carrozze, le sellerie, la sala delle armi, e le stanze reali, che ospitano dipinti, sculture e affreschi. Tra gli ospiti illustri che hanno visitato il castello, si ricordano il Pontefice Clemente VIII nel 1598 e Cristina di Svezia nel 1666.
Il castello conserva anche una biblioteca e un archivio, recentemente riordinato, che documentano la storia della famiglia Pallotta. Lo stemma della famiglia, un flagello a palle snodate, ricorda la battaglia del 1296, in cui Guglielmo Pallotta difese la fortezza dagli attacchi dei francesi.
Il castello ha subito diversi interventi di restauro nel corso dei secoli, mantenendo intatta la sua cinta muraria, il cammino di ronda, le merlature guelfe e il ponte levatoio. Attualmente, è possibile visitare una ventina di ambienti, tra cui la sala delle carrozze, la sala delle armi, la cucina, la camera da letto, la sala da pranzo, la biblioteca e la cappellina interna, tutti arredati con mobili originali del Cinquecento e Seicento. Questi ambienti sono testimonianza dell’evoluzione storica e architettonica di una delle dimore più rappresentative delle Marche.