L’Eremo di Monte Giove, con la sua struttura architettonica che richiama il modello dell’Eremo di Camaldoli, riflette l’essenza delle Costituzioni di Monte Corona, che richiedevano edifici sobri e funzionali per gli eremi costruiti dai Monaci Coronesi.
Per raggiungere l’ingresso, si percorre un breve viale che conduce all’ampio androne. Attraversato il portone, si apre un luminoso percorso centrale che conduce alla chiesa settecentesca. Accanto all’ingresso si trovano l’Antica Farmacia e l’accesso alla terrazza panoramica.
Lungo il viale, sul lato destro, si trova l’edificio adibito a foresteria e sala convegni, mentre sul lato sinistro si trova quello con il refettorio, la biblioteca e la cucina. Ai lati del viale, delimitato da muretti, si ergono le celle dei monaci, tre sul lato destro e sei su quello sinistro. Ogni cella è progettata per consentire al monaco di avere lo spazio necessario per la preghiera, lo studio, il riposo e un piccolo giardino.
L’Eremo si presenta come uno spazio accessibile al pubblico, con la chiesa, la foresteria e la terrazza panoramica, e uno spazio ad accessibilità limitata, con le celle e il bosco retrostante la chiesa.
La chiesa, costruita a partire dal 1741, presenta un’architettura ottagonale slanciata e luminosa, progettata dall’architetto G. Francesco Buonamici. Al suo interno, sopra il coro in noce, si trova “La Trasfigurazione”, opera di G.A. Lazzarini, mentre sulle pareti laterali sono presenti due dipinti del monaco P. Venanzio da Camerino. Le opere in stucco di C. Sarti del 1748 arricchiscono ulteriormente l’ambiente. In una delle cappelle laterali si può ammirare la scultura di S. Romualdo, realizzata da A. Corradini.