La Rocca di Montevarmine, situata tra i fiumi Aso e Menocchia, in provincia di Ascoli Piceno, è una storica fortificazione di grande rilevanza, il cui nome sembra derivare dal termine longobardo “ward,” che significa “guardia,” sottolineando il suo ruolo difensivo. Secondo lo studioso Giuseppe Michetti, questo castello, dall’aspetto eterogeneo, potrebbe essere stato originariamente una proprietà del signore longobardo Longino D’Attone.

Inizialmente, la struttura era probabilmente un “casalivo”, ovvero una fattoria fortificata, parte della “Civiltà del legno.” Durante questa fase, il sito fungeva principalmente da vigilanza per il nucleo abitativo e per proteggere le colture fondamentali. Con il tempo, la fortificazione assunse un carattere più marcatamente militare, riflettendo l’aumento delle minacce esterne.

Dal 1060, anno della prima documentazione scritta riguardante la rocca, la proprietà fu gestita dai vescovi di Fermo, che si occuparono della manutenzione del castello. Tuttavia, tra il 1290 e il 1397, la Rocca fu sotto il controllo dei signori ghibellini di Massa e Montappone, periodo che segnò un declino della struttura.

Nel 1397, Matteo Mattei acquistò la rocca e la ristrutturò, consolidando le sue strutture difensive. Venti anni dopo, Mattei la donò alla Confraternita di Santa Maria della Carità, con l’intento che diventasse un centro di assistenza per anziani e invalidi. Questa trasformazione è commemorata da un bassorilievo raffigurante la Madonna con Bambino e uno stemma dell’ospedale, databile intorno al 1421, ancora visibili sopra un portale sul lato est.

La rocca ha una pianta rettangolare e conserva tracce significative delle ristrutturazioni avvenute alla fine del XIV secolo. Un rinvenimento archeologico importante è una “Bombardella manesca” del XIV secolo, una delle prime armi da fuoco portatili, a conferma della necessità di difesa contro i predoni. Il complesso murario robusto e il mastio, alto circa 22 metri, con merlature ghibelline, evidenziano l’attenzione posta nella difesa. Il mastio mostra ancora i segni di un apparato a sporgere, utilizzato per la difesa piombante.

Anche se il camminamento militare che circondava la cinta muraria è andato perduto, si presume che fosse collegato alla torre principale tramite un ponte su archi. Dopo la trasformazione in ospedale, furono aggiunte piccole strutture, come la casa del cappellano e la chiesa di San Pietro, che si trovava sul lato nord. Questa chiesa, un tempo, ospitava una preziosa Crocifissione di Vittore Crivelli, ora conservata nella Pinacoteca Civica di Fermo.

ATTENZIONE: la Rocca di Montevarmine è attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione straordinaria ed è visitabile solo all’esterno.

Strada Provinciale 58, 23, 63063 Carassai AP

Galleria fotografica di

Rocca di Montevarmine – Carassai (AP)

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