La Rocca Roveresca di Senigallia è un imponente esempio di architettura militare che racconta la storia della città attraverso le sue mura e le sue strutture interne. Questa fortezza, più di ogni altro monumento, incarna l’evoluzione delle tecniche di fortificazione e la complessità delle vicende storiche che hanno plasmato Senigallia.
Le Fortificazioni Precedenti
Costruita nel cuore della città, la Rocca Roveresca è il risultato di una serie di interventi che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Il nucleo originario della Rocca risale al 1350, quando il cardinale Egidio Albornoz commissionò la costruzione di una “rocchetta non molto granda” che inglobava un’antica torre di pietra. Questo primo nucleo fu successivamente ampliato durante la metà del XV secolo da architetti al servizio di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini.
Il definitivo ampliamento e l’assunzione della forma attuale della Rocca avvennero sotto il dominio di Giovanni Della Rovere nell’ultimo quarto del XV secolo. Grazie agli architetti Luciano Laurana e Baccio Pontelli, la Rocca assunse la possente struttura che oggi ammiriamo, caratterizzata da un’eleganza rinascimentale che si fonde con la robustezza di una fortezza militare. Il complesso architettonico, pur mantenendo la sua funzione di difesa, era dotato anche di spazi residenziali, sebbene l’uso residenziale fosse sporadico.
Dal Carcere alla Casa di Pena
Con il declino della funzione militare e residenziale, la Rocca Roveresca venne trasformata in carcere pontificio, ruolo che continuò a svolgere anche dopo l’Unità d’Italia. I graffiti presenti al primo piano e la conversione di alcuni ambienti sotterranei in celle testimoniano questo lungo periodo di detenzione. In seguito, la Rocca fu affidata alle suore del Protettorato di San Giuseppe, che la utilizzarono come ricovero per l’infanzia abbandonata.
Nel corso del XX secolo, la Rocca conobbe periodi di degrado e utilizzi impropri che ne compromisero la struttura. Divenne un magazzino, un rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale, e persino un deposito per attrezzature balneari. Tuttavia, a partire dagli anni ’60, la Rocca iniziò a essere riconosciuta come un Bene Culturale di grande valore, grazie anche all’impegno di comitati locali che si battevano per la sua valorizzazione.
Un Museo Vivente
Nel 1970, la Soprintendenza istituì nella Rocca un Museo dei Centri Storici delle Marche e un Centro di Ricerche e Documentazione. La fortezza iniziò a essere restaurata e restituita alla comunità come luogo di cultura e memoria storica. Oggi, la Rocca Roveresca è aperta al pubblico e ospita mostre, eventi culturali e istituzioni cittadine. Il percorso di visita permette di scoprire le diverse fasi storiche che la Rocca ha attraversato, dai blocchi di epoca romana alla torre altomedievale, fino alle fortificazioni malatestiane e roveresche.
